DAMPYR 143: La bambola veneziana

La copertina del numero
Ancora un numero di “Dampyr” ambientato in Italia, due numeri dopo un’avventura ambientata in Sicilia e subito prima di una storia doppia milanese (che incomincia il mese prossimo, ad opera della coppia Boselli/Majo), solo per citare le ultime storie “nostrane”. Questa volta è Venezia la città designata, località forse “difficile” perché già più volte sede di intriganti avventure delle nuvole parlanti: ci erano già passati Corto Maltese  (nell’indimenticabile “Favola di Venezia”), Dylan Dog (nell’albo “La morte rossa”), Nathan Never (nel quarto speciale “Fantasmi a Venezia”, in cui visita la città nel suo futuro), Martin Mystère (nel recente “Il prigioniero della laguna”) e persino Spider-Man (ne “Il segreto del vetro”, numero speciale tutto italiano by Faraci-Cavazzano).
Ma per il protagonista Harlan Draka si tratta di condividere il palco con altri personaggi: come spesso accade in questa serie, sono i comprimari ad avere massimo risalto, in questo caso Giacomo Casanova, ma anche la baronessa Navager e la tenebrosa bambola del titolo.

Su soggetto di Samuel Marolla, l'infaticabile Boselli sceneggia questa vicenda dalle tinte forti, costruita su maschere e seduzioni fatali. L’incipit, così come il racconto iniziale di Casanova, appaiono affascinanti e promettenti senonché la storia si sviluppa un po’ lentamente, salvo poi concludersi in maniera brusca. Ad ogni modo, le atmosfere dell’episodio in toto risultano alquanto suggestive.
Uno degli sketch che Alessio Fortunato regala ai suoi amici tramite il suo profilo Facebook
Sul fronte dei disegni, mentre sul numero precedente aveva esordito il bravo Michele Benevento (che ora apprendiamo dai redazionali essere al lavoro su una nuova miniserie Bonelli scritta da Medda di prossima pubblicazione), su questo numero torna invece Alessio Fortunato, ex disegnatore di Lazarus Ledd ma anche di John Doe. Fortunato è stato già artefice di un esordio dampyriano con la E maiuscola nel n. 130, “La casa delle cicogne”. Qui il contesto sognante giova ancora al suo tratto, dandogli la possibilità di tratteggiare il carnevale di Venezia, le gondole e i vicoli con un impalpabile tono surreale che veramente fa la differenza.
Giuseppe "Giuppo" Lamola

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