ORFANI #6

Il dolore come chiave dell'esistenza


«Non c’è più dubbio: Orfani spacca!». Avevamo esordito in questo roboante modo, nella recensione del numero precedente, il numero cinque della miniserie: e lo confermiamo, anzi, lo ribadiamo in questa sede! ORFANI SPACCA!
Davvero troppo entusiasmante questo sesto capitolo, accattivante in tutto, a partire dal titolo che strizza l’occhio al sacro, …E rinascerai con dolore. Recchioni non ne sbaglia una, al contrario: la qualità aumenta albo dopo albo e alla fine di ogni lettura gli Audaci vanno ad accendere un cero alla madonna del fumetto affinché preservi l’ispirazione del nostro amico Roberto e dei disegnatori che lo accompagnano in quest'esaltante avventura editoriale.



Capitolo terribile, questo che abbiamo tra le mani, con protagonista assoluto il debole e perfido Rey, il giovane che in passato aveva tentato di stuprare la mocciosa, la quale si era ben difesa riducendolo in fin di vita (ben gli sta! «Quando i maschi ti danno fastidio, tu dagli un calcio sotto le tre cuciture!» diceva la nonna… Sam lo ha più semplicemente sbudellato a mani nude, ma il senso è quello! Che volete che sia qualche litro di sangue perso e qualche funzione organica compromessa?! Quisquiglie!!). Questo personaggio malvagio e sempre incline alla rissa e al sopruso, viene coinvolto da quella cattivona della professoressa Juric in una serie di esperimenti atti a renderlo più forte ed efficace in battaglia. Il risultato è una metamorfosi al limite del disumano. Questo nel passato. Nel presente monster Rey, viene inviato dalla Juric sul pianeta alieno alla ricerca del cadavere di Ringo ma quello che aspetta il malcapitato Rey è al di fuori della nostra immaginazione. Suspance?! Curiosità?! Schiattate! Colpi di scena a go go!

Recchioni ancora una volta – ormai siamo abituati e preparati a questo – riesce a regalarci emozioni su emozioni a ogni pagina. Non vogliamo spoilerare troppo ma non possiamo celare l’entusiasmo che abbiamo provato quando abbiamo ritrovato vivo, vegeto e fighissimo un nostro amatissimo orfano che tutti avevano dato per spacciato! Grazie Roberto (ora non farcelo morire nella prossima puntata, eh! Che la gente ci rimane male!).



Werther Dell’Edera è sempre un fuoriclasse della matita, non c’è niente da fare. Anche in questo lavoro, il suo primo per la nuova creatura di Recchioni, si conferma un artista dal talento eccezionale. Forte di un tratto riconoscibilissimo e per certi versi legato al mondo artistico orientale (nonostante i suoi importanti lavori su sponde oltreoceaniche), il nostro Werther riesce sempre a donarci tavole preziose: le sue sono inquadrature ricercate, con tagli decisamente poco convenzionali per il fumetto Bonelli e molto più vicine all’effetto cinema teorizzato da Recchioni.

RolandoVeloci




P.S. Ormai è accertato: il povero Franco Busatta, è l’uomo-editoriale del nuovo millennio. I suoi scritti, sempre arguti e ricchi di fondamentali imbeccate, sono diventati parte integrante dell’albo tanto che uno degli Audaci si è recato in edicola e ha chiesto al nostro edicolante di fiducia se gli dava il giornalino con il nuovo editoriale di Busatta e il vecchio gli ha risposto: «Ah, vuoi il numero sei di Appunti dal fronte? È arrivato proprio oggi. Sono quattro sacchi e cinquanta!». 
Comunque, scherzi a parte, gli Audaci sono risentiti: «Franco, non si fa così: hai citato proprio tutti, adesso tocca a noi, non pensi?!»







ORFANI: …E rinascerai con dolore  
NUMERO: 6
DATA: Marzo 2014
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINE: Massimo Carnevale
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Werther Dell’Edera
COLORI: Giovanna Niro


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