Avengers – Guerra senza fine

Il ventunesimo numero di Avengers – Serie oro ristampa l’ottima storia completa di Warren Ellis e Mike McKone
 
Credevo di aver letto tutte le storie più importanti di Warren Ellis. Ero persino felice per esser riuscito recentemente a dedicare il tempo appropriato alla lettura e all’analisi del suo splendido ciclo di Moon Knight, disegnato da quell’eccellente rivelazione che risponde al nome di Declan Shalvey. Poi la Panini, in allegato al Corriere dello Sport – Stadio e Tuttosport, ristampa a prezzo ridotto Avengers – Guerra senza fine (Endless Wartime, in originale) e non riesco a resistere. Così, dopo essermi perso la prima edizione cartonata pubblicata praticamente in contemporanea con gli States nell’ottobre 2013, finalmente leggo quest’opera di Ellis realizzata insieme a Mike McKone. Fortunatamente stavolta non me la sono fatta sfuggire!



Ellis decide di colpire il lettore sin da subito: nelle prime sei tavole, ambientate in Medio Oriente, lo sfondo bellico ci permette di comprendere che la trama intesserà forti relazioni con la nostra realtà sociopolitica. Mercenari, Paesi dalla posizione strategica, governi appoggiati o osteggiati dagli Stati Uniti, droni e… millantati progetti di pace. Tutti concetti ben poco frutto della fantasia e molto rispondenti a quanto accade davvero in una regione del mondo che non trova mai tregua. Certo, poi il tutto viene condito con sane dosi di S.H.I.E.L.D., nazisti e draghi come nella migliore tradizione avventurosa in cui l’elemento fantasioso dà corpo e sostanza alla storia. Forse, se proprio dobbiamo trovare un difetto, potremmo dire che Ellis dopo un po’ accantona decisamente troppo la portata politica e realistica degli eventi, preferendo concentrarsi sul plot supereroistico e sulle interazioni tra i membri del supergruppo. Il modo in cui mette in scena i Vendicatori è comunque decisamente azzeccato. A Capitan America, Iron Man, Thor, la Vedova Nera, Occhio di falco e verso la fine Hulk (una squadra che chiunque abbia visto i lungometraggi non a caso ben conosce) l’autore affianca la recente incarnazione femminile di Capitan Marvel e l’ubiquitario Wolverine (prima che morisse!): ognuno di loro è ben caratterizzato, ognuno di loro (eccetto forse la Vedova Nera) ha un buon motivo per trovarsi lì e svolge una funzione attiva nella storia. Il volume potrebbe tranquillamente essere apprezzato da lettori occasionali e meno esperti perché vengono fornite tutte le nozioni necessarie alla sua comprensione, spesso in modo non banale. Particolarmente ben realizzati in tal senso i flashback su Capitan America e Thor, utili a presentare le questioni del passato rimaste in sospeso con cui dovranno fare i conti. Essendo un volume one-shot, lo sceneggiatore prova infatti a ovviare all’onere di rinarrare le origini dei personaggi e risalire al loro background utilizzando lo stratagemma di raccontare un episodio collaterale che comunque rimanda alle origini stesse di Cap e Thor, risultando così meno pedante e più efficace. I suoi dialoghi sono acuti e brillanti, le didascalie taglienti e a volte persino poetiche, capaci di racchiudere intere esistenze in poche battute.

Il fatto che Warren Ellis scriva relativamente poche storie supereroistiche, cicli ben definiti e selezionati, dimostra che l’autore britannico si riserva il lusso di elaborare fumetti su tizi in costume solo quando ha davvero un’idea buona (seppur con alcune eccezioni, quali il suo recente e non memorabile contributo ad Avengers Initiative insieme a Kelly Sue DeConnick) e da lettore assiduo di comics statunitensi posso garantirvi che questo non è affatto un dato scontato! Una quindicina d’anni fa Ellis aveva letteralmente stregato pubblico e critica con alcuni dei cicli più innovativi e importanti del fumetto contemporaneo, da Stormwatch a The Authority, da Transmetropolitan a Planetary. Questo ben prima di approdare in Marvel con i pur ottimi archi narrativi di Nextwave, Newuniversal, Astonishing X-Men, Thunderbolts e Secret Avengers, fino ad arrivare al recente e già citato rilancio di Moon Knight per All-New Marvel Now! (che ha contribuito a ridare lustro a un personaggio ingiustamente spesso relegato sullo sfondo) e senza citare nemmeno le sue mille altre opere creator-owned (anzi, citiamone cinque: Red, Fell, Trees, Injection e Supreme Blue Rose, per dire!). Traendo le somme, negli ultimi tre lustri molti autori hanno ripreso e sfruttato le idee poste in germe dall’autore britannico, a partire da Mark Millar. C’è da essere contenti quindi che Ellis abbia accettato di contribuire a un progetto importante quale questa prima Marvel OGN (ovvero Original Graphic Novel*), cui hanno fatto seguito nel frattempo volumi come Amazing Spider-Man: Affari di famiglia.



Passando ai disegni, personalmente ritengo che Mike McKone sia più adatto a storie in cui emerge con maggior rilevanza il lato intimistico. Su Exiles o Avengers Academy andava egregiamente nel rappresentare le turbe emotive ed esistenziali dei protagonisti. Infatti in questo Guerra senza tempo il suo apporto alla riuscita della storia non è determinante, non essendo il suo vero e proprio capolavoro. Eppure alcune scene d’azione, come le tavole mute di lotta di Wolverine o di Hulk contro i mostri, sono davvero una bella gioia per gli occhi, sia come inquadrature che come composizione delle tavole. Resta però salda in me la convinzione che dove McKone davvero eccelle è nelle espressività facciali, nel rendere le emozioni, che del resto non sono certo centellinate dalla sceneggiatura. Infine ho particolarmente apprezzato la colorazione di Jason Keith e Rain Beredo, particolarmente adeguata alla storia.

Un volume da avere? Personalmente direi di sì: non è il capolavoro del genere e nemmeno il miglior lavoro in assoluto né di Ellis né di McKone, ma è certamente una storia di rara bellezza e tra le opere supereroistiche maggiormente degne di rilievo degli ultimi anni. Poi decidete voi, se volete attendere la prossima edizione e compiere lo stesso errore del sottoscritto, liberissimi di farlo!



Giuseppe Lamola


Avengers – Guerra senza fine
SERIE: Avengers – Serie oro
NUMERO: 21
DATA: settembre 2015
Panini Comics (in allegato al Corriere dello Sport – Stadio o Tuttosport)

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Warren Ellis
DISEGNI, CHINE E COPERTINA: Mike McKone
COLORI: Jason Keith e Rain Beredo



 






* Come
già detto in passato chiudiamo un occhio, anche se a malincuore, sull’uso della definizione “graphic novel” unicamente per il fatto che questa storia è stata pubblicata in un’unica soluzione sin dalla prima edizione, senza essere serializzata in singoli episodi come avviene in genere negli albi Marvel.
 
 
 

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