ADAM WILD #14

Tre matite per il quattordicesimo episodio della serie ideata da Gianfranco Manfredi



Sono tante? Sono poche? Di sicuro è una rarità poter apprezzare ben tre diversi talenti in meno di cento pagine. È una novità assoluta per la serie in questione, l’entusiasmante Adam Wild, ideata con gusto e scritta con talento dal grandissimo Giancarlo Manfredi e ormai arrivata ai quattordici mesi di vita editoriale.



Avevamo lasciato i nostri beniamini nelle nebbie londinesi, tra scandali avvenuti e altri imminenti, tra ricatti taciuti e insulti urlati. Sullo sfondo – ma neanche poi tanto, sullo sfondo – le turbolenti questioni di una famiglia alquanto inquietante, quella composta dal folle Mr. Manning e dai suoi due figli, il debole e iracondo Norman e la bellissima ma sciocca  Suzanne (impagabile il «tu sei fulminata da sempre, Suzanne», rivoltole dal padre!); gli interessi economico-politici della Royal Geographical Society presieduta dall’ineffabile professor Webster; gli intrighi di due figure borderline come il giornalista Benson e il fotografo Brewster; le macchinazioni della sempre presente e fatalissima Lady Gertrude Winter; i continui battibecchi tra il vulcanico Adam e la bella Amina e il dandismo estetizzante e a oltranza del Conte Narciso Molfetta (vero idolo audace!)… Un quadro, quindi, davvero ricco e complesso ma tenuto insieme da Manfredi con una maestria che ha dell’incredibile!  
In questo albo – diviso in tre piccole parti – tutti i passaggi narrativi lasciati in sospeso nello scorso numero trovano la loro compiutezza e la loro ragion d’essere nell’economia della serie e, inoltre, si aprono orizzonti d’azione apparentemente infiniti lasciando intuire, nel finale, le manovre politiche che tenderanno a provocare instabilità nel continente africano e che porteranno, molto probabilmente, Adam a ritornare where he belongs.



Ottime le prove dei tre disegnatori: di Darko Perovic abbiamo scritto nella recensione del numero tredici, ma vanno ricordate le sue splendide scene notturne e nebbiose allo zoo (peccato per le sue copertine non esaltanti: ma la tigre in questione non era una “tigre bianca del Bengala”?!); di Luca Casalanguida abbiamo apprezzato tante volte la sinteticità del tratto apprezzato sulla serie di Medda, Lukas (ultimo, in ordine di tempo, il quarto numero di Lukas: Reborn), e di questo suo esordio wildiano vanno ricordate le drammatiche sequenze di Adam nella gabbia della tigre con il petto squarciato e tutto sanguinante; anche di Marcello Mangiantini – colonna zagoriana dal 2003 – possiamo apprezzare l'esordio ricchissimo di dettagli e caratterizzato dal tratto molto fitto, nel terzo e ultimo capitolo, L’assassino.
Arrivati a questo punto ci appare superfluo consigliarrvi di precipitarvi in edicola il prossimo 4 dicembre, quando potremo continuare a emozionarci con Uomini e cinghiali (chi ha pensato a Steinbeck di Of Mice and Men, che nella impeccabile traduzione del divino Cesare Pavese è diventato Uomini e topi?), il quindicesimo numero di questa serie che ci sta regalando momenti davvero di indimenticabili.
Onore a Manfredi!

RolandoVeloci

ADAM WILD: “Incendio allo zoo” 
NUMERO: 14
DATA: novembre 2015 
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco Manfredi
COPERTINA: Darko Perovic
DISEGNI E CHINE: Darko Perovic (pp. 5-35), Luca Casalanguida (pp. 36-71), Marcello Mangiantini (pp. 72-98)

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