Morgan Lost #2

La fine dell'inizio












Il primo numero di Morgan Lost si era concluso con un colpo di scena teso a creare grosse aspettative e interesse verso il numero successivo. Non lasciarmi di Claudio Chiaverotti e Giovanni Talami (per i colori dello Studio Arancia) ha quindi il compito di portare a compimento la storia di debutto, tra oscuri presagi, incubi e rivelazioni.

[Come forse intuirete, se pubblichiamo una recensione dopo vari giorni dall'uscita dell'albo vuol dire che ci piace approfondire alcuni aspetti specifici... Insomma, possibili spoiler all'orizzonte!]




La scritta "Fine primo tempo" al termine del numero precedente poteva prestarsi a varie interpretazioni sul ruolo della continuity nell'universo di Morgan Lost. Invece sin dall'introduzione all'albo Chiaverotti ci tiene a precisare che tutte le storie di Morgan Lost saranno autoconclusive, eccezion fatta - appunto - per la storia doppia iniziale. In questo modo il divo Claudio si propone di seguire già dagli esordi della serie una direzione ben precisa, distante in qualche modo dal modello seriale mutuato dal mondo televisivo in cui le trame orizzontali sono molto importanti nell'economia dei singoli albi (basti pensare, per fare esempi tangibili, a una serie come Orfani, con una scansione predefinita in stagioni lunghe dodici albi).

Sin dall'inizio della lettura era possibile quindi fare congetture sulla conclusione della caccia alla spietata e bellissima killer di nome Ashley. Quest'ultima si è fatta notare per la caratteristica di disegnare sul volto delle proprie vittime una maschera di sangue del tutto simile alle mascherine tatuate alcuni anni prima dagli assassini di Lizbeth, la fidanzata di Morgan Lost (e una di queste mascherine ha marchiato indelebilmente lo stesso protagonista). Ma c'è di più.
Il nostro aveva infatti scoperto che l'assassina ha una fisionomia terribilmente simile alla stessa Lizbeth, mettendo in gioco tutta una serie di rimandi tra l'evento traumatico subito dallo stesso Morgan e gli avvenimenti recenti. Ecco perché questo secondo albo si apre con una scena onirica e mostruosamente vivida di un tragico matrimonio, in cui il protagonista conferisce alla sua Lizbeth un ruolo funesto. La scena viene in parte ripresa da un grandioso Fabrizio De Tommaso nella copertina: l'immagine, suddivisa in tre vignette, riesce a comunicare con efficacia la drammaticità della sequenza.

La storia prosegue introducendo il personaggio di Pandora Stillman, studiosa del fenomeno dei serial killer. Pandora nel passato è stata legata a Wallendream, altro serial killer famoso (ed evidente richiamo di Chiaverotti all'altra sua indimenticabile serie, ovvero Brendon) che sicuramente rivedremo in futuro. Molto importante nella narrazione è il peso dato ai flashback e alle sequenze oniriche: impossibile non citare le pagine in cui l'assassina esce dalla testa gigante di Morgan Lost.
A pagina 43 troviamo una sequenza fondamentale e altamente simbolica. Se leggete l'intera storia e poi tornate su quella pagina potrete apprezzare che contiene tutta una serie di anticipazioni e suggerimenti che potrebbero far intuire come finirà la storia (ma che il lettore comprende compiutamente solo dopo averla letta). Partiamo dalle onomatopee della seconda vignetta: "grsgrssssss" è uguale al verso che fa il poliziotto ad Ashley alla penultima pagina; "craaaak" è il suono del fulmine ci riporta alla mente il concetto che "cavalcare il fulmine" - ce lo insegnano i Metallica - rappresenta l'esecuzione sulla sedia elettrica. Se questi oscuri presagi non bastassero, il "No future" dell'ultima vignetta è la risposta a "Here you'll know your future", come a dire che la povera ragazza non si salverà dalla futura sentenza...




A proposito di momenti tenebrosi, molto significative anche le parole di City of ghosts, la canzone delle Sweetmistress che risuona mentre un nuovo delitto si consuma (pag. 64):
"Le persone muoiono davanti ai nostri occhi/Ma noi non le vediamo perché siamo invisibili gli uni agli altri/Come fantasmi di notte e di neve...".
Il testo di questa canzone racchiude infatti buona parte della poetica di Chiaverotti: la solitudine, l'invisibilità, la morte, l'oscurità, i fantasmi... E la notte che sovrasta tutto, spolverando le case con un manto di neve.
Va fatto nuovamente cenno alla modalità di colorazione del tutto peculiare dell'albo: la tricromia. Il rosso, in aggiunta ai classici neri e biachi (e gradazioni di grigio) rappresenta in qualche modo non solo l'elemento sanguigno ma anche il punto di vista di Morgan Lost, da daltonico: in molti hanno però obiettato che, se davvero rappresenta il suo punto vista, il rosso dovrebbe essere visibile solo quando c'è lui... E qui risiede un'altra sfumatura sottile ma importante a cui far caso: noi lettori non vediamo quello che vede Morgan Lost, ma vediamo tutto come se lo vedessimo coi suoi occhi, cioè come lui vedrebbe quella stessa scena. "Come" non "quello". Ecco perché tutto si tinge di rosso. Ecco perché tutte le pagine possono essere ricoperte di quell'alone di oscurità.
Se volessimo evidenziare una pecca nella sceneggiatura di Chiaverotti, sarebbe probabilmente nell’uso delle didascalie: la narrazione in prima persona del protagonista non funziona sempre in maniera efficace, presentando a volte informazioni ridondanti.

Ai disegni Giovanni Talami già autore di alcuni albi di Magico Vento (in coppia con Stefano Biglia) e Nick Raider, che già aveva lavorato in coppia con Chiaverotti per  Brendon #90 (L’ultimo degli eroi). Sulla scia dell’ottimo lavoro svolto da Michele Rubini nel primo numero, Talami si concentra sia sulle espressioni dei personaggi che sulle ambientazioni, regalando un’ottima descrizione visiva di New Heliopolis.

Una menzione particolare la merita poi la copertina del prossimo numero, Mister Sandman, che si intravede in quarta di copertina: ulteriore slancio compositivo in cui De Tommaso ricrea un'atmosfera distopica e surreale e si dimostra davvero in grado di attirare l'attenzione (in un mercato competitivo come quello delle edicole, questo si dimostra un compito decisamente importante per un copertinista!).

Qualche difetto sembra inevitabilmente comparire, ma non ci impensierirà troppo perché sovrastato dall'atmosfera, dalle tematiche, dall'ucronia, dalla distopia, dalle metafore e dall'oscurità... E abbiamo piena fiducia che New Heliopolis possa diventare un luogo perfetto per i nostri incubi.

Il sommo
(con il fondamentale aiuto di RolandoVeloci)

Illustrazione di Lola Airaghi





La chicca

Indovinate in quale fumetto Bonelli era già apparsa una città dal nome praticamente uguale alla New Heliopolis di Morgan Lost?

Ebbene sì: il BVZM si era recato in una nuova "città del sole" (dal greco helios "sole" e da polis "città"), proprio nell'albo di debutto della saga Mysteri Italiani, in cui il Detective dell'impossibile si trasferì nella nostra penisola per qualche tempo. Prima tappa? Un mysterioso culto egizio con sede a... Torino, città natale di un certo Claudio Chiaverotti! Credete ancora alle coincidenze?



MORGAN LOST “Non lasciarmi” 
NUMERO: 2
DATA: novembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Giovanni Talami
COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso





Post più popolari