Dylan Dog: Ancora un lungo addio

"Ma quanto tempo ci separa dalla prossima estate?"


























Il lungo addio (Dylan Dog #74, di Marcheselli/Sclavi/Ambrosini) è stato un fumetto capace di rappresentare con vivida poesia una struggente passione adolescenziale. Marina Kinball e il piccolo paesino di Moonlight non sono rimasti solo nei ricordi dell'Indagatore dell'incubo, ma anche nell'immaginario di molti lettori (tra cui il sottoscritto), in un'epoca in cui Dylan Dog era un fenomeno di costume.
Paola Barbato e Carmine Di Giandomenico riprendono oggi quella storia, reinterpretandola da una visuale inedita e riuscendo nel difficile compito di rievocarne lo spirito profondo.



Come già nell'albo del 1992, la storia è un otto volante in viaggio alternato tra passato e presente. Il presente è un paesaggio crepuscolare/notturno cristallizzato, fatto di consapevolezze e prese di coscienza. Ritrovarsi, dopo tanti anni, scoprirsi cambiati. Constatare la fine che hanno fatto i propri sogni e scendere a patti con quello che siamo. In poche parole, rendersi conto di essere cresciuti. 
Questa è la fine dell'incanto.
A rischiarare il quadro, improvvise ondate di ricordi. Un'estate al mare. Un'adolescenza piena di fervore. Conoscersi, innamorarsi. 
E infine, col destino avverso, perdersi.




Un addio lungo circa vent'anni, quanti quelli impiegati da Dylan e Marina per rincontrarsi.
Un addio lungo circa vent'anni, quanti quelli che ci sono voluti ai lettori per leggere questa rivisitazione sentita e matura, opera di due autori al meglio delle rispettive capacità espressive.
L'intento di Paola Barbato e Carmine Di Giandomenico era verosimilmente quello di raccontare qualcosa che fosse strettamente legato alla storia originale senza rimanere ingabbiato in una pedissequa riproposizione. Questa impressione è evidente già dalla copertina, in cui Di Giandomenico ritrae Dylan e Marina in ruoli invertiti rispetto alla copertina originale di Angelo Stano

La famosissima copertina di Stano per Dylan Dog #74.
La nuova cover, opera di Carmine Di Giandomenico.

La sceneggiatrice, ben consapevole di confrontarsi con un classico, persegue la via della rievocazione senza dover riprendere ogni scena, anzi evitando quasi sempre di riproporre i passaggi già noti, al fine di andare a ricercare nuove angolature e vedere tutto in maniera differente, nuova, come fosse la prima volta. Tutto questo viene realizzato tramite una sceneggiatura compatta, emozionata ed emozionante, riuscendo a restituire quel sapore sognante che hanno alcuni nostri ricordi. Il modo di conservare i ricordi che più ci hanno segnato assomiglia infatti alle immagini allo specchio deformante che Marina e Dylan trovano in un vecchio luna park: i ricordi cambiano con noi, e lo stesso fanno le storie che leggiamo: crescono, si evolvono, senza rimanere statiche riproduzioni.


In tal senso, è illuminante osservare le tavole di Carmine Di Giandomenico, in forma come poche altre volte. L'autore di Teramo sceglie di non ricalcare le scelte già compiute da Carlo Ambrosini. Nell'episodio originale Ambrosini, con i suoi bianchi e neri, con il grigio degli acquerelli dei flashback, aveva rappresentato la storia in maniera irraggiungibile e sognante. Di Giandomenico propone una sua versione del tutto personale, moderna. Le inquadrature sono decisamente ben scelte e l'espressività dei personaggi contribuisce in maniera particolare a infondere empatia verso ciò che accade loro. I colori sono pieni, carichi di sfumature, intensi, con sprazzi di luce che invadono le vignette. E le ultime tavole sono un colpo al cuore, da far rimanere senza fiato.





Uno dei pochi motivi per avere l'amaro in bocca è che la storia finisce troppo presto, come un cortometraggio che ti convince, ti scuote, ti pervade e poi ti lascia lì. Come un'estate al mare, un amore intenso e sincero, che vorresti non finisse mai.
"Ma quanto tempo ci separa dalla prossima estate?"

Giuseppe Lamola



“Ancora un lungo addio” 
SERIE: DYLAN DOG - I COLORI DELLA PAURA
NUMERO: 31
DATA: 17/02/2016
SERGIO BONELLI EDITORE in collaborazione con LA GAZZETTA DELLO SPORT/RCS


SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E COPERTINA: Carmine Di Giandomenico










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