ORFANI: NUOVO MONDO #6

Una nuova vita





Inutile girarci intorno: più di un avvenimento decisivo (su cui non ci dilungheremo) in una storia appassionante resa visivamente da ben cinque disegnatori (tra cui un brillante esordio in Bonelli). Se come riassunto non vi basta, continuate pure a leggere, a vostro rischio e pericolo.

[Attenzione: qualsiasi cosa potrebbe essere uno spoiler, persino questo avviso!
]



Il finale del numero precedente non lasciava molto spazio a dubbi di sorta: di lì a poco Rosa avrebbe partorito. Riunitasi alla sua nuova famiglia, composta da altri cinque compagni d’avventura, la rossa eroina si appresta dunque a dare alla luce il nipote di Ringo in condizioni poco favorevoli, nel pieno di una foresta di Nuovo Mondo. Periodicamente perde coscienza, lasciando spazio a deliri e sogni. 
Questo sesto numero di Nuovo Mondo è costellato quindi di scene oniriche che quasi rubano spazio alla narrazione “principale”. Certo, ci sono i colpi di scena nella trama generale, almeno un paio importanti, che avranno di sicuro importanti ripercussioni, ma non sono (solo) le rivelazioni o la trama orizzontale a rendere speciale quest'albo. Alcune scene sono davvero intense e piene di spunti, lasciano il segno. Ormai abbiamo imparato che in Orfani nulla è davvero superfluo (ogni orpello pare preventivamente rimosso) e le sequenze oniriche difficilmente risultano fini a se stesse bensì foriere di eventi a venire, di cui contengono tracce molto spesso ben celate, oppure riprendono personaggi e avvenimenti del passato, quasi a costituire un continuum situato in un ipotetico “altrove”. 


Un simbolo in particolare ritorna, sin dalla copertina, con particolare forza e significatività: l’albero. Come abbiamo evidenziato più volte nelle nostre recensioni passate, l’albero è presente praticamente in tutti i numeri più importanti della serie, quelli in cui va in scena il cambiamento, la sofferenza, il dolore. L’albero nella concezione recchioniana è un elemento che travalica le singole esistenze, può essere sede di incontri quasi idilliaci (ritroviamo Ringo e non solo!) e può rappresentare il ricongiungersi alle proprie radici. Soprattutto appare in momenti molto drammatici in cui si ha a che fare con la morte. O con la vita. Perché, in fin dei conti, è di questo che si tratta: una nuova vita. Per Rosa si tratta di farsi carico del ruolo di madre, come ben evidenziato nella scena disegnata da Aka B (“Madre, tu puoi dare la vita e puoi toglierla”), bellissima e particolarmente significativa. Il momento poetico in cui Rosa parla con il nascituro, una sintetica rappresentazione del ciclo della vita, è uno dei punti più alti dell'albo e forse dell'intera serie.



Come accennato nell'introduzione, va spesa qualche parola per gli autori dell'albo, che costituiscono un notevole motivo d'interesse e di peculiarità. Partiamo dagli sceneggiatori. Orfani sin dall'inizio è una serie fatta di narrazione asciutta e dirompente e Nuovo Mondo non è da meno. Se in questa serie i capovolgimenti improvvisi sono piazzati sempre al punto giusto senz'altro il merito va, al solito, all'imprinting dell'ideatore Roberto Recchioni. Insieme a lui Mauro Uzzeo, uno degli sceneggiatori che maggiormente hanno lasciato il segno finora sulla serie e che già in Ringo aveva saputo delineare in maniera cristallina luci e ombre del rapporto genitoriale.
D'altra parte, stavolta i disegni meriterebbero un articolo a parte. La porzione più “convenzionale” della storia, che porta avanti la trama orizzontale della serie, viene affidata ad Alessio Avallone, giovane autore che già ci aveva convinto in Ringo #6 e che qui sembra aver ulteriormente affinato il proprio stile. Chiamato a ritrarre situazioni emotivamente provanti, Avallone gestisce le tavole con buona disinvoltura. È aiutato in questo dall’egregio lavoro di colorazione svolto da Alessia Pastorello che, come i suoi altri colleghi al lavoro sulla serie, ogni volta ci stupisce per la precisione e modernità del risultato.


Resterebbero poi da commentare le altre tavole. Frammenti onirici potenti e visionari. Werther Dell'Edera, Arturo Lauria, Aka B e Fabrizio Des Dorides sono stati coinvolti nella realizzazione di - rispettivamente – otto, quattro, sei e venti tavole (sì, sappiamo contare!) riconoscibili dal resto dell’opera per via della tricromia: oltre al bianco e nero di base spicca un rosso acceso, color sangue. E il sangue è l’elemento che caratterizza i legami familiari, e che si perde durante il parto (o una lotta corpo a corpo, trattandosi comunque di un fumetto dove l'azione non manca mai). È anche il colore vivo delle visioni sovrannaturali. Nelle tavole di Aka B al rosso si accompagna un blu tenue a marcare il dialogo tra la madre e il nascituro che porta in grembo.


La natura sperimentale di queste pagine è evidente. Tale approccio era già stato messo in evidenza in vari albi precedenti della serie, ma forse mai in modo così diretto. Ad esempio, l’interruzione del flusso narrativo con scene oniriche private dell’elemento “colore” aveva già caratterizzato alcune tavole dello stesso Werther Dell'Edera in Ringo #8 (albo disegnato in coppia con Paolo Bacilieri, tra i più interessanti graficamente della seconda stagione), in cui si era arrivati addirittura all’uso del bianco e nero per un viaggio all’interno del cuore di Sam (e anche lì ricorreva la simbologia dell’albero e del ritrovare vecchie conoscenze ormai dipartite, in quel caso Juno). E se sul talento di Arturo Lauria e Aka B ci eravamo soffermati analizzando il più recente Dylan Dog Color Fest, in quest’albo di Nuovo Mondo si mette particolarmente in luce Fabrizio Des Dorides, che dimostra ulteriore maturazione dopo le recenti prove su Battaglia e Dracula. Le sue tavole sono particolarmente evocative, oscure, stimolanti, dalla composizione varia e immaginifica, con splash page spettacolari e ben costruite.

Tirando le somme, un albo coraggioso, fondamentale, che lascerà un marchio indelebile nell'immaginario dei lettori di Orfani.


Il sommo Audace






ORFANI: NUOVO MONDO “E non avrà paura” 
NUMERO: 6
DATA: marzo 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo
DISEGNI E CHINE: Alessio Avallone, Werther Dell'Edera, Arturo Lauria, Aka B e Fabrizio Des Dorides
COLORI: Alessia Pastorello



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