ORFANI: NUOVO MONDO #8

The rise and fall













L'ottavo numero di Orfani: Nuovo Mondo inizia rievocando un momento del passato di Vincenzo, uno dei comprimari più importanti di questa terza stagione. Non è la prima volta che la narrazione ambientata nel presente si prende una piccola pausa per mostrarci il background di un personaggio. Ma a differenza del quarto episodio, quasi interamente dedicato alle vicissitudini di John, qui al centro della storia rimane Rosa, al culmine (anche letterale) della sua discesa.

[Vorremmo garantirvi di non fare spoiler. Ma in genere preferiamo non mentire!]

"Hai conosciuto il dolore... E sai di potervi sopravvivere."

In fondo a quella latrina di rifiuti chiamata Il Pozzo, ritroviamo la rossa protagonista in compagnia di Vincenzo, intenta a trovare un modo per risalire. Ma prima di rialzarsi, psicologicamente e materialmente, deve affrontare alcune prove impegnative. E non si tratta solo delle battaglie nell'arena del Pozzo per stabilire chi debba avere il predominio del luogo. No, la vera sfida che Rosa deve affrontare in questa fase è l'accettazione profonda della propria normalità. Messa nella condizione estrema e provante di essere allontanata dal proprio figlio, rapito dalla perfida Juric, la giovane eroina non riesce a fare a meno delle sostanze che le accrescono la forza fisica.
Ci viene instillato in più punti un dubbio non banale: e se Rosa fosse dalla parte del torto? Ha davvero necessità di questo potenziamento? Non sarebbe più fisiologico affezionarsi all'idea di essere una giovane molto allenata e molto combattiva ma senza alcun "potere" speciale?
Emblematicamente, nel corso dei passaggi più onirici (realizzati graficamente da Werther Dell'Edera), Rosa si trova a combattere contro un'entità che la pone di fronte a queste stesse riflessioni ("Tu vuoi la forza perché ti piace averla! Ti fa sentire speciale..."). E, senza stare a spoilerare troppo, alla fine di questo conflitto (verosimilmente interiore) è lei stessa ad assumere le sembianze del mostro. Su ciò che questo dettaglio potrà significare per il prosieguo della serie possiamo fare solo congetture. Ciò che possiamo invece sottolineare è invece come sia ancora una volta molto appropriata e finemente realizzata la corrispondenza tra la realtà e la sua trasfigurazione/completamento nel sogno, uno dei tratti distintivi di Orfani sin dall'inizio. Roberto Recchioni e Giovanni Masi realizzano così un altro tassello di questa saga che non smette di stupire per freschezza e fluidità narrativa. Una serie che si lascia leggere con estremo piacere, in cui ogni capitolo costituisce un tassello di un mosaico in perenne evoluzione. Meraviglia in particolare come un approccio apparentemente destinato a "young adults" contenga, a una attenta analisi e rilettura, tanti elementi che ne garantiscono ulteriori livelli di lettura, ben più inquietanti e maturi, come tutto il discorso sull'evoluzione di Rosa e le dure scene del suo confronto con la maturità.



Al tavolo da disegno stavolta rincontriamo quel Luca Casalanguida che era già apparso nei credits del succitato quarto numero di Nuovo Mondo. Ancor più che nella prova precedente, Casalanguida ha la possibilità di esprimere il proprio potenziale e realizzare tavole di notevole impatto. Un elemento che emerge in particolare dalla analisi delle sue ultime opere è la sua estrema versatilità, che già avevamo sottolineato confrontando il suo esordio su Orfani con le precedenti prove in bianco e nero su Lukas e su Dylan Dog (lo splendido Il generale inquisitore sceneggiato da Fabrizio Accatino). Inoltre, è evidente la sua capacità di districarsi sapientemente tra primi piani e ampi scorci di paesaggi (si veda ad esempio l'ottimo stacco tra pag.11 e pagg. 12/13). Molto apprezzabile poi il suo modo di rendere la spettacolarità delle scene di lotta, come l'intera sequenza del combattimento tra Rosa e il "numero due" (in particolare la sequenza di pagg. 32/35). Al suo fianco, per i disegni delle parti oniriche, torna Werther Dell'Edera, in diretta continuità con il numero precedente, sempre armato della sua voglia di sperimentare e della sua impronta cinematografica. Dell'Edera, mai stanco, si permette nuovi spunti e nuove impostazioni delle tavole, favorito dalla libertà del contesto meno realistico. Non va trascurato l'apporto ai colori di Stefania Aquaro: risulta determinante sia nelle sequenze di Dell'Edera, con sfondi pseudodipinti di grigio e la sola aggiunta di colori rosso/rosa, che nelle prime otto tavole, in cui il rosso/arancione raffigura Vincenzo e Lora che si stagliano su uno sfondo scuro e piovoso. Lo schema, vincente, è quello di sottrarre colori e concentrarsi solo su alcuni colori fondamentali per suggerire le peculiarità di alcune scene. E qui, come detto, sono spesso il rosso, il rosa e l'arancione a prevalere, a partire dalla copertina dell'ottimo Matteo De Longis, che purtroppo non citiamo sempre e invece merita davvero. Stavolta nell'illustrazione di copertina sottolinea a dovere la discesa di Rosa, cui conseguentemente, ci auguriamo, seguirà una risalita.


Il sommo audace





ORFANI: NUOVO MONDO “Stati d'alterazione” 
NUMERO: 8
DATA: maggio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Giovanni Masi
DISEGNI E CHINE: Luca Casalanguida e Werther Dell'Edera
COLORI: Stefania Aquaro









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