La casa

Una nuova, poetica opera firmata Paco Roca






Ho appena finito di leggere il graphic novel La casa di Paco Roca e volevo condividere le mie impressioni. Leggendolo ho compreso che il mondo grafico può essere simile a quello narrato. Così come fra gli scrittori esistono quelli che narrano una storia in modo più dettagliato e descrittivo, anche fra i fumettisti ci sono quelli che per rappresentare un’azione disegnano tante vignette. Paco Roca è uno di questi. Ma essere un bravo scrittore descrittivo senza diventare pesante (potete prendere ad esempio i grandi autori russi come Tolstoj, Dostoevskij, e tanti altri) fa la differenza fra un grande scrittore e uno mediocre. Questo per me vale anche nel mondo dei fumetti e Paco Roca rientra a pieno titolo tra i grandi.


La prima, splendida tavola dell'opera, dotata di una "prodigiosa naturalezza"
(come afferma Fernando Marìas nella postfazione del volume).





La casa del titolo è quella delle vacanze, situata in una campagna da cui in lontananza si vede il mare. Viene ereditata da tre fratelli e delle loro famiglie alla morte del padre. Il secondogenito ci rimette piede con la sua compagna dopo un anno dalla perdita del genitore per valutarne lo stato e dargli una rinfrescata dal momento che, in accordo con i fratelli, ha deciso di metterla in vendita. Durante il soggiorno emergono i ricordi delle sue estati di bambino, ma anche le incomprensioni che aveva con il genitore e il fatto di non essersi mai sentito apprezzato da suo padre, anche dopo esser diventato uno scrittore di successo. Dopo il fine settimana trascorso lì, al momento di ripartire trova nel garage un vecchio cappello di paglia che suo padre usava nell’orto e se lo porta via. Il primogenito invece si è preso qualche giorno di vacanza e con la moglie e il figlio adolescente vanno alla casa per completare le pulizie. Lui a differenza del secondogenito è uno preciso, che ama aggiustare e tenere tutto sotto controllo. Si rammarica sempre perché essendo il più grande ha sentito il peso delle responsabilità anche degli altri due e cova un po’ di astio nei confronti dei fratelli per essersi ritrovato solo a prendere una grande decisione circa la salute del padre. Anche a lui la casa evoca i ricordi legati all’estate e alla famiglia di allora. Reputa suo padre un egoista, anche se ammette di assomigliargli e sarà il primo ad avere dei ripensamenti sul fatto di mettere in vendita la casa. Nel fine settimana viene raggiunto dalla sorella più piccola, anche lei con una bambina e il compagno: insieme montano un ponteggio per riverniciare i muri esterni. Il sabato ritorna il secondogenito con la pittura e una sorpresa. Ha comperato una pergola montabile che prende tutta la facciata e chiede a i fratelli di aiutarlo a metterla insieme perché il loro padre ha sempre desiderato avere una pergola per mangiarci sotto con tutta la famiglia riunita. Lavorando tutti insieme si sentiranno riportare all’infanzia e a i lavoretti che erano costretti a fare per migliorare la casa costruita proprio da sua padre in quella parte di campagna. Ognuno di loro rievocherà episodi di momenti felici e insieme torneranno a fare progetti per ritrovarsi nelle feste con le famiglie come non volessero più disfarsi della casa, anche se sanno benissimo che una volta usciti di lì probabilmente torneranno alle loro vite senza mai trovare il tempo… e forse tutto tornerà a morire...


Il ramo di un albero che dà il tempo alle stagioni, una porta che fatica ad aprirsi con le foglie ammucchiate, un phon che in tre vignette si vede cadere dalle scale, la notte e il giorno evidenziate dai colori in un'altalena di ricordi, le righe che lascia il cancello a terra, la pioggia che cade con l’acqua che esce da una grondaia. Il modo in cui l'autore spagnolo racconta una storia attraverso alcune vignette, concentrandosi su dei particolari, lo rende ai miei occhi un poeta, se si può definire così un fumettista. 
Un poeta delle vignette, questo è per me Paco Roca.

Di Paco Roca come disegnatore devo dire che ha un segno pulito e preciso e non usa mai il chiaro scuro per ombreggiare o fare più linee per rendere un movimento. Lo usa solo se strettamente necessario (per scurire l’interno macchina, per mettere in evidenza i sacchi neri della spazzatura). Nelle sue vignette tutto è accurato (basta vedere le radici che escono fuori dal vaso rotto in copertina o i disegni delle foglie), anche i colori. Se osservate bene vedrete che per dare le ombre usa il tono del colore più scuro (es. sul muro giallo ci sono le ombre delle foglie ocra, sulla giacca marrone chiaro usa quello scuro, sulla felpa rossa le ombre sono amaranto). Non usa mai colori forti o troppo sgargianti, ma oserei dire rilassanti, tenui, luminosi. Mi sono piaciute tanto le tavole notturne con il blu caldo che rendeva proprio bene le notti all’aperto, sembrava di essere lì.



Insomma proprio un fumettista descrittivo come in quei libri a noi cari che torniamo a leggere più e più volte. La casa vi farà proprio questo effetto. Del resto, Paco Roca ha ricevuto tanti riconoscimenti professionali (diversi dei suoi graphic novel hanno vinto più di un premio ciascuno e per elencarli tutti ci vorrebbe una pagina) e se li è meritati tutti.

Chiudo con la mia solita canzone. So che direte: "Questo è di nuovo Francesco Guccini", ma ditemi voi se le parole di questa canzone non vi sembrano scritte apposta per questo graphic novel?
…Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare, l’odore quasi povero di roba da mangiare, lo vedo nella luce che anch'io mi ricordo bene di lampadina fioca quella da trenta candele, fra i mobili che non hanno mai visto altri splendori giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori…
Ciao a tutti.

Adelaide


La casa

SOGGETTO, SCENEGGIATURA E DISEGNI: Paco Roca
EDITORE: Tunuè
ANNO: 2016









La redazione audace si congratula con l'autrice della recensione, Maria Adelaide Faccenda, fresca vincitrice del Premio Letterario Andersen - Baia delle Favole nella sezione Fiaba inedita con il racconto "Oceano"- Una storia "ben costriuta e scorrevole, edificante e attuale" sul tema dei migranti.
Nel nostro piccolo, siamo audacemente orgogliosi di pubblicare le sue recensioni su nostro blog.

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