Orfani: Terra #2

Come sopravvivere in un pianeta al crepuscolo





"Nella mia testa Orfani: Terra è uno shōnen. Ha la forma di un fumetto italiano (io amo la gabbia Bonelli, è uno strumento formidabile) ma per tempi di lettura, meccaniche di costruzione del gruppo, sviluppo orizzontale della trama, ho cercato quel tipo di impronta". Così si è espresso Emiliano Mammucari, co-creatore di Orfani qui in veste di sceneggiatore, durante un'intervista rilasciata a Lo Spazio Bianco; in effetti dalle pagine di Seminare tempesta emerge ancor più che nel numero precedente la matrice shōnen che caratterizza questa quinta stagione. A confermare tale sensazione contribuisce in maniera sostanziale lo stile grafico di Luca Genovese, il disegnatore giusto per raccontare le gesta di questi sei ragazzi in fuga dalle lande desolate.

[Se odiate gli spoiler, prima o poi inizierete a odiare anche Gli Audaci di riflesso: qui troverete ottimi motivi per farlo.]











Il gruppo formato da Cain, Max, Bug, Fango e Rat, a cui si è unita la rossa Miranda, giunge in una vallata chiamata Il Giardino, in cui giace lo scheletro di un aereo schiantato sul suolo. L'obiettivo dei ragazzi è riuscire a superare il muro che li separa dalla civiltà, o per lo meno da ciò che resta della città. Prima di mettersi in viaggio dovranno affrontare alcuni imprevisti e avranno bisogno di fare un passo indietro per recuperare alcune cose.
Questo è per sommi capi, colpi di scena a parte, il resoconto delle avventure del gruppo di ragazzi su cui è incentrata Orfani: Terra. Una storia in cui, come già in alcuni episodi di Orfani: Ringo, alcuni momenti di distensione si alternano a frangenti estremamente drammatici: i protagonisti si vedono costretti dalle circostanze a prendere decisioni complesse e che li porteranno verso una situazione da cardiopalma (che esplode letteralmente a pagina 68-69 in una doppia splash page). Viene anche esplicitata per bene la collocazione temporale della storia, dato che un notiziario in tv rievoca la tragica fine della seconda stagione. 


Per i testi, a Emiliano e Matteo Mammucari si unisce in questo episodio Giovanni Masi, già apparso durante la terza stagione a partire da Vertigine (Orfani: Nuovo Mondo #3). Del resto, insieme anche a Mauro Uzzeo (il cui nome comparirà nei credits nel prossimo episodio), gli sceneggiatori hanno lavorato a stretto contatto, con un interscambio di idee, spunti e dialoghi in una vera e propria "writers' room", in maniera simile a quanto visto negli ultimi mesi per i "Mysteriani" in Martin Mystère: Le nuove avventure a colori. Il risultato è una storia molto ben calibrata, narrativamente abbastanza autonoma rispetto a quelle presentate nelle stagioni precedenti. Come detto in apertura, sia le tempistiche che lo sviluppo degli episodi ricordano molto da vicino gli shōnen. Del resto i manga costituiscono una delle fonti d'ispirazione più vicine alla natura intriseca dell'intera operazione di Orfani, nonostante alcune parentesi di stampo maggiormente supereroistico come la stagione dedicata a Ringo.



Dal canto suo, come già nei numeri precedenti di Orfani da lui realizzati, Luca Genovese si dimostra uno dei migliori interpreti grafici della serie. Il suo stile è in grado di conferire ritmo e dinamismo alle tavole, utilizzando la gabbia bonelliana come base e al contempo sfruttandola a proprio piacimento in funzione della narrazione. Alcune trovate sono davvero superbe, come il flashback di pag. 90 che squarcia la pagina allo stesso modo in cui il ricordo scompagina la normale attività cerebrale. I colori di Luca Saponti sono poi praticamente una garanzia: ricchi, pieni di contrasti, dettagliati e versatili.
Ben poco si potrebbe eccepire alla copertina di Gipi, tecnicamente eseguita in maniera egregia (come ogni acquerello o tavola a colori realizzata dall'artista pisano). L'illustrazione esalta la naturalezza delle pose e la ruggine che sembra pervadere ogni cosa. Forse un appunto su cui indagare è solo il ruolo da protagonista conferito a Miranda nella cover,
ruolo che sembra in conflitto con la natura piuttosto corale della storia.


Studi per l'ambientazione realizzati da Luca Genovese.












In chiusura, sebbene in genere i numeri centrali delle storie in tre parti possano risultare semplicemente intermedi e di passaggio, possiamo affermare che in questo episodio si assiste a vari momenti pieni di pathos, viene approfondita la natura dei personaggi e si prepara il terreno per ciò che avverrà nel numero seguente, in cui il destino di Cain, Max e gli altri giungerà a compimento.
In attesa della sesta (e ultima!) stagione.


Il sommo audace



ORFANI: TERRA "Seminare tempesta"
NUMERO: 2
DATA: febbraio 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Gipi

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Emiliano Mammucari, Matteo Mammucari e Giovanni Masi
DISEGNI E CHINE: Luca Genovese
COLORI: Luca Saponti









Tutte le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore

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