Dampyr #206

Harlan tra Mods e Rockers... e non-morti!




Che cosa può avere a che fare un ammazza vampiri con gli scontri degli anni Sessanta tra Mods e Rockers?! E siamo sicuri che stiamo sfogliando un albo della serie Dampyr e non la riduzione a fumetti del film Quadrophenia (1979) di Franc Roddam?
Il dubbio è più che legittimo anche perché alcune delle pagine sono così ben realizzate e vivide di particolari che sembrano farci rivivere proprio lo spirito di quegli anni. Ma in questo Il dio del massacro, oltre a scontri tra membri del sottoproletariato inglese dei sixties, c’è molto di più: da bravo musicofilo, il vostro affezionatissimo Rolando non ha potuto fare a meno di notare e apprezzare i riferimenti musicali inseriti nell’albo dal bravo Giorgio Giusfredi, sceneggiatore alla sua seconda prova sulla serie regolare dopo Bloodywood di marzo (dominano gli immortali Who e le mitiche Crystals che cantano la loro famosissima Da Doo Ron Ron è una vera chicca da intenditori).

[Piccoli spoiler possibili, non massacrateci per non avervi avvisato!]




Ma andiamo con ordine e torniamo all’inizio.

Le prime quattro pagine – quelle relative all’incubo di Harlan (sarà o non sarà una mise en abîme?! Quando si deciderà Boselli a farcelo sapere?!) – costituiscono un incipit davvero degno di essere ricordato e soprattutto la tavola a pagina 3 è davvero un piccolo gioiello di cesellatura fumettistica (applausi ai disegnatori Statella e Piazzalunga).
Ci troviamo in Inghilterra, nel 1964, e troviamo il bello e giovane Harlan in compagnia di un’altrettanto bella e giovane fanciulla, Wendy, appartenente alla subcultura Mod, per il tramite della quale il nostro eroe sarà uno dei protagonisti degli scontri tra Mods e Rockers che hanno portato sotto le luci dei riflettori la tranquilla cittadina portuale di Brighton nel maggio 1964. In uno di questi incontri poco edificanti, Harlan si trova di fronte al misterioso Clashgod, leader dei Rockers, il cui nome dopo alcune pagine ritorna nei pressi delle orecchie del Dampyr ai giorni nostri in uno dei suoi soggiorni nell’ex blocco sovietico (e, per la precisione, durante la recente guerra tra russi e ucraini) su invito di una vecchia conoscenza dei nostri, il contrabbandiere di armi e vecchio amico di Kurjak, Ringo Ravetch (direttamente dall’indimenticato numero 4 del luglio 2000, Notturno in rosso, a firma ColomboDotti).


Il giovane ma talentuoso Giusfredi riesce ad allestire una storia credibile, che sta in piedi pur senza rientrare nella continuity più serrata della saga dampyriana. In queste pagine troverete amicizie che sopravvivono silenti per quarant’anni, cuori infranti che il tempo non contribuisce a rimettere in sesto, ribellione e disagio giovanile, violenza tra tifosi, scontri nazionalistici e tanto, tanto altro… 

Decisamente positiva la prova dei disegnatori, i già citati Daniele Statella e Patrick Piazzalunga i quali, tra l’altro, si ritraggono in una delle risse dell’albo alle pagg. 77, 84 e 91. Statella, alla sua quarta prova dampyriana (dopo i numeri 171, 180 e Maxi Dampyr 8), si conferma autore di valore, nonché antico amico audace (vedi la nostra intervista su Dr. Morgue) e Piazzalunga, alla sua terza prova (dopo Dampyr 163 e lo Speciale Dampyr 10), un giovane inchiostratore che merita tutto il successo – anche internazionale – che sta riscuotendo.  


Riuscita anche la cover, del non sempre impeccabile Enea Riboldi, che vede il classico logo identificativo del movimento Mod, il simbolo della R.A.F., campeggiare al centro contornato da tutti i protagonisti di questa storia che, ne siamo certi, non mancherà di suscitare entusiasmi nei lettori della serie. 

RolandoVeloci





DAMPYR: “Il dio del massacro” 
NUMERO: 206
DATA: maggio 2017
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Giorgio Giusfredi
DISEGNI: Daniele Statella
CHINE: Patrick Piazzalunga
COPERTINA: Enea Riboldi 














Dampyr è un personaggio creato da Mauro Boselli 
& Maurizio Colombo.
Tutte le immagini : © 2017 Sergio Bonelli Editore.

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