Morgan Lost #21

Visioni  da un cervello morente


È mai possibile che mese dopo mese ci ritroviamo in questo spazio dedicato a Morgan Lost a ripetere quanto l’ultimo numero sia riuscito, accattivante, emozionante, imprevedibile e chi più ne ha più ne metta?! Quando c’è di mezzo il facitore Claudio Chiaverotti la risposta non può che essere “sì”.
Anche con questo La trama di Oz, infatti, l’artefice del freddo mondo di New Heliopolis è stato in grado di tenerci sospesi fino all’ultima pagina, tra sogno e realtà, proponendoci le sue inquietanti visioni che generano la catarsi più pura e perfetta nel lettore.


«Più lo spettatore è al sicuro e più grande è il pericolo che vede, tanto più s’interessa allo spettacolo. Questa è la chiave di tutti i segreti dell’arte tragica, comica, epica».

Il saggio non sbagliava affermando questo e il divo Claudio ha fatto proprio questa lezione antica come la letteratura e ce la ripropone – ovviamente con gradevoli variazioni sul tema – di mese in mese.

Per il numero 21 di Morgan Lost abbiamo una fiorita, ricca come non mai, di personaggi, di ruoli, di ghirigori del destino, di metanarrazioni. In un gioco di scatole cinesi ci troviamo con Annex, a bordo dell’astronave Alina III con una missione (inconsapevole?) da compiere; palpitiamo a più riprese con Diane Arbuster, una giovane e avvenente scrittrice vittima della sua stessa vena creativo–distruttiva; ci sdraiamo sul lettino di della psicanalista Lynn, nella speranza che le nostre nevrosi e le tare – ereditarie e acquisite giornalmente – ci rendano la vita meno insopportabile; siamo in fuga dalla versione antropofaga delle insaziabili necro–Bella addormentata e necro–Biancaneve; siamo marionette, con un bersaglio tatuato sul cuore, sul palcoscenico allestito dal perfido burattinaio (ma è davvero così?) Oz, il cui nome campeggia, giustamente, nel titolo di copertina; dobbiamo guardarci dall’avvoltoio – di nome e di fatto – Revan Coltrane, sanguinario assassino armato di incubi e assetato di sangue; dovremo affrontare – nostro malgrado – uno degli esseri più terrificanti mai concepiti dalla mente di Chiaverotti, un piccolo e mefistofelico uomo del mistero che sembra uscito da Lost Highway di David Lynch; e, naturalmente, saremo al fianco di un sempre più disorientato – anzi, perso (Lost!) nei suoi terribili incubi di morte e sensi di colpa – Morgan, al quale spetterà l’arduo compito di guardare in faccia la Medusa prima di decapitarla senza trasformarsi in una statua (probabilmente di ghiaccio considerate le temperature di New Heliopolis).



Mai come in queste pagine Chiaverotti esige un lettore attento e pensante: la sua scrittura è un invito alla ri–scrittura, da parte del lettore–co–autore, della storia stessa, del finale, dei possibili finali di ogni vicenda: sono la sua insonnia e quella di Morgan a generare questi deliri che dilagano nelle 94 pagine del fumetto.
Ci troviamo a leggere il capitolo XXI di un romanzo di morte e solitudine, ambientato in un mondo senza alcuna possibilità di redenzione. Neanche l’amore più puro e disinteressato riuscirebbe a far riconciliare Morgan con se stesso, con il suo passato, con il suo presente, con il suo futuro, con chi gli sta intorno. Non c’è speranza per lui, non c’è salvezza: è già dall’altra parte, seduto su un trono di ossa, insieme ai serial killer che ha ucciso.
Ai disegni, dopo il lavoro incantevole eseguito per uno degli albi più poetici dell’intera serie, Vulcano 7, ritroviamo il giovane e fidatissimo collaboratore chiaverottiano Andrea Fattori. Fattori, classe ’79, dopo ben cinque gloriose storie brendoniane (a proposito, Brendon – il fratello maggiore di Morgan e primo figlio di Chiaverotti – sta per tornare con uno speciale a colori di cui i vostri Audaci si sono occupati qui e qui), Timerider (n. 66), il fondamentale La vendetta di Trevanian (n. 72), La zona morta (n. 83), il capolavoro Il crepuscolo degli dei (n. 88) e L’equazione di Kellerman (n. 91), si è guadagnato il diritto di far parte dello staff del cacciatore di taglie di New Heliopolis e il suo apporto alla serie continua a essere di pregevolissima qualità. Le sue tavole sono caratterizzate da uno stile chiaro e altamente leggibile che contribuisce notevolmente alla riuscita della storia.




Una nota di merito va anche allo straordinario lavoro della letterista – Cristina Bozzi che riesce a dar voce alle ansie delle figure che cercano disperatamente di scappare dal labirinto edificato da Claudio, novello Dedalo, e di andare verso la luce prima che il Minotauro le divori. Sotto i nostri occhi prendono vita i dialoghi che animano tutti gli attori scelti per recitare in questo film in bicromia. E arriviamo così all’Arancia Studio e al suo apporto caratterizzante, che fornisce all’albo davvero una marcia in più e lo rende un unicum mirabile. Le tavole di Fattori escono dal “trattamento Arancia” con una profondità maggiore, arricchite di un peculiare spessore, dato fondamentalmente dalle sfumature di grigio, fatto di pesantezza e oscurità che conferisce alle pagine della serie un effetto volutamente da pellicola noir.

E, infine, che dire della copertina di Fabrizio De Tommaso? Il lavoro di questo mostro di bravura è sotto gli occhi di tutti da quasi due anni, ormai. La sua mano, guidata dalla saggia mente di Chiaverotti, riesce a produrre mensilmente una copertina più memorabile dell’altra. Non so se avete provato a mettere tutti gli albi uno accanto all’altro: l’effetto cromatico è una vera gioia per gli occhi! E se vi soffermate sulle singole parti di ogni copertina, infinite galassie si apriranno ai vostri occhi: infinite come il talento di Claudio e Fabrizio (e ci sciogliamo già dinanzi alla prossima meraviglia, dominata di scarlatto, che anticipa Il silenzio alla fine del mondo in uscita il 22 luglio).


La cover di Fabrizio De Tommaso per il prossimo numero.

Concludiamo ribadendo che Claudio Chiaverotti, ancora una volta (ma c’è ancora qualcuno che ha bisogno di prove?!) si conferma un autore tra i più talentuosi del panorama fumettistico e non (non sarebbero una meraviglia queste storie in una serie televisiva?!) in circolazione: nessuno come lui è in grado di fondere visioni oniriche e drammi reali, impegno sociale e storie nella Storia, usando un linguaggio evocativo, simbolico, intrinsecamente poetico.

Morgan Lost: una serie di altissimo livello.

RolandoVeloci


P.S. imperdibile, nella Lost Mail di questo numero, il sentito omaggio di un commosso e commovente Chiaverotti a uno degli idoli della sua adolescenza: Roger Moore.



MORGAN LOST “La trama di Oz” 
NUMERO: 21
DATA: giugno 2017
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Andrea Fattori
COLORI: Studio Arancia
COPERTINA: Fabrizio De Tommaso









Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore

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