Tre ombre

In viaggio verso il destino





Dopo Portugal, proseguiamo il percorso tra le opere principali di Cyril Pedrosa con Tre ombre, un'altra di quelle storie da antologia di cui non è affatto semplice parlare. Ci prova, con sguardo sincero e appassionato, Adelaide, da qualche mese una delle collaboratrici più prolifiche del nostro blog.
Tre ombre di Cyril Pedrosa, pubblicato da Edizioni BD, è un volume che può fregiarsi del titolo di Essentiels del Festival di Angoulême (2008).
La storia può essere letta come una leggenda tramandata ai posteri, un racconto che parla del destino.
Tanto tempo fa, all'epoca in cui la vita era semplice, in una casupola in mezzo alla campagna vivevano Louis, Lise e il loro unico figlio Joachim, di pochi anni. I tre passavano le giornate a coltivare il loro orto, nuotare nel fiume o andare a caccia. Una sera il bimbo si alza dal suo lettino e dice che non riesce a dormire perché fuori dalla sua finestra ci sono tre ombre. Il padre in principio crede che si tratti di cavalieri che passano sulla collina. La madre invece corre da una vecchia saggia, la quale le spiega che le tre ombre sono lì per il bambino e non serve a nulla ribellarsi perché il suo destino è segnato: non si può fuggire al proprio fato. L’unica cosa che possono fare, lei e il marito, è vivere al meglio i giorni che restano con il bimbo. Ma il padre non crede alla vecchia saggia e decide di fuggire con il figlioletto lontano dalle ombre, oltre le montagne e il mare. Cominciano così un assurdo viaggio... e io non voglio svelarvi come si va a concludere.



Vi dico invece cosa mi ha insegnato questo graphic novel.
Anch’io come il padre di questa storia ho desiderato spesso di avere poteri soprannaturali per proteggere mia figlia da ogni insidia, per tenerla lontana da ogni pericolo grave che potesse minare la sua esistenza. Anch’io l’avrei chiusa nel mio pugno per salvarla dal male. Ma non si può. Non è giusto. Come dice il figlio al padre: “Chiuso dentro il tuo pugno non posso crescere.” Questa è una grande verità. Veniva citato spesso anche nei proverbi dei nostri nonni, quando i nipoti si ammalavano continuamente: “Non ti posso tenere sotto una campana di vetro”.
Bisogna prendere la vita così come viene, in modo semplice, perché purtroppo non abbiamo nessun superpotere. Possiamo aiutare i nostri figli soltanto amandoli. E amore vuol dire anche lasciarli andare verso il loro destino.




Lo stile visivo dell'autore sembra introdurci sin da subito in un mondo di fiaba.
Le tavole, interamente in bianco e nero, hanno l’armonia del movimento tipica dello stile di Pedrosa. I paesaggi e le espressioni dei personaggi sono delineati con un tratto fluido e preciso, che mette in evidenza le portentose doti grafiche dell’autore. In tutte queste caratteristiche sembra riemergere il suo lavoro per l'animazione (ricordo che negli anni '90 Pedrosa ha collaborato con la Disney per cartoni animati come Il gobbo di Notre Dame e Hercules prima di passare a occuparsi di fumetto).

Insomma, questo graphic novel mi ha insegnato tanto e come prima cosa mi sento di consigliare vivamente a tutti di leggerlo.
Prima di salutarvi però trovo appropriato abbinare la lettura di questo volume a una canzone, Samarcanda di Roberto Vecchioni:

…Corri cavallo, corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò, non ti fermare, vola ti prego corri come il vento che mi salverò…
Fiumi poi campi poi l’alba era viola, bianche le torri che infine toccò, ma c’era fra la folla quella nera signora e stanco di fuggire la sua testa chinò: “Eri tra la gente nella capitale, so che mi guardavi con malignità, son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale, son scappato via ma ti ritrovo qua!”




A presto,

Adelaide





"Tre ombre"
Testi e disegni: Cyril Pedrosa

Edizioni BD

Data: 2013 (ristampa)

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