Dylan Dog Color Fest #24

People are strange







Il nuovo Dylan Dog Color Fest propone tre inediti incubi a colori, qualitativamente sopra la media, che vengono presentati con notevole efficacia dall'illustrazione di copertina Werther Dell'Edera. L'evidente citazione ai Doors (nello specifico all'album intitolato Strange Days) riecheggia poi le felici stranezze che rappresentano una delle chiavi migliori per esplorare l'universo dell'Indagatore dell'incubo.

Le "stravaganze" non si fermano ovviamente alla cover, ma ricorrono durante la lettura dell'intero albo, anche grazie alle interessanti novità sia tra i nomi degli autori (alcuni esordienti o semi-esordienti) che nella lunghezza delle storie (una molto breve, una nella media e una molto lunga).

Di mostri, incubi e ragazze

L'episodio che apre l'albo è realizzato interamente da Alessandro Baggi, al quale viene concessa una foliazione inusuale (16 pagine, la metà del solito). Di Baggi non si può pensare altro se non: "come mai non ha già realizzato centinaia di storie di Dylan Dog?". 
La storia potrebbe sembrare quasi un'introduzione al personaggio, alle sue caratteristiche e al suo mondo (gli incubi, i mostri, gli amori sfuggevoli, la ciclicità). Analizzandola meglio, si può notare che in realtà Baggi, per la prima volta da autore completo su Dylan Dog, ha voluto realizzare verosimilmente un suo omaggio al personaggio sclaviano, fornire un suo punto di vista ironico e bizzarro su qualcosa che al lettore sembrerà di conoscere già. Infatti i dialoghi, le citazioni, il senso generale e profondo, tutto sembra riportare alla mente il primo Sclavi (letteralmente: vedi la frase d'apertura, ripresa da Dylan Dog #1, o gli spettri sumeri nel frigorifero*, ripresi da Margherite - su Dylan Dog Gigante #2 - e citati varie volte, ad esempio nel numero 200 nella rievocazione del primo caso dell'Indagatore dell'incubo), con straordinarie piccole intuizioni che permettono di realizzare brevi ma efficacissime variazioni sul tema.
Visivamente poi Baggi mette su carta dei veri e propri quadri, che portano in calce la sua firma inconfondibile e che mostrano significati reconditi delle parole espresse nelle didascalie (o talvolta ne rovesciano persino il senso), rendendo la narrazione ancor più stravagante e intensa.
Un autore che sembra insomma nato per realizzare Dylan Dog e che ne incarna alla perfezione l'anima sperimentale e underground.




Spazio sotto sfratto

Spazio sotto sfratto è un felice intermezzo, dall'impianto abbastanza classico e con la struttura tipica delle storie brevi nello svolgimento della trama. Lo sceneggia l'esordiente Dennis Casale, supportato ai disegni da Gianluca Acciarino, che si cimenta con Dylan Dog dopo le esperienze su Brendon e Tex, con il contributo del buon Andres Mossa ai colori.
La storia ruota intorno a un'ingiunzione di sfratto per l'inquilino di Craven Road e coinvolge Dylan in una giostra di eventi che sembrano uscire dritti dritti da un sogno (o meglio, da un incubo).
Sebbene alcuni passaggi possano sembrare un po' scontati, l'episodio contiene scene surreali e ironiche ed è permeato da uno stile puramente dylandoghiano.



L’isola dei morti

Il terzo e ultimo episodio (il più lungo dei tre) racconta il viaggio di Dylan insieme a Madame Trelkovski verso l'isola dei morti attraverso un dipinto di Arnold Böcklin.
Ai testi Michele Monteleone e ai disegni (e colori) Giulio Rincione, che qui esordisce ufficialmente, anche se non è affatto nuovo al mondo dell'Indagatore dell'incubo. Lo scorso anno infatti l'autore siciliano (che per la cronaca seguiamo da tempo con stima) ha realizzato prima una cover, proprio per il Color Fest (per la storia Lo Scuotibare), poi uno dei Grouchini contenuti nel Grouchomicon, su testi del fratello Marco (peraltro una delle storie migliori dell'intero lotto).
Ci siamo soffermati su Rincione in quanto sono le sue tavole il vero elemento "straniante" dell'episodio. I suoi dipinti digitali sono intensi, costantemente connessi con gli aspetti più emotivi della vicenda, anche grazie allo straordinario lavoro di colorazione. Alcune tavole sono davvero da incorniciare e rappresentano una gradita conferma del suo talento, in grado di accontentare anche i lettori più esigenti.
Così come per le splash page di Baggi nella prima storia, difficilmente fino a qualche anno fa avremmo anche solo potuto immaginare di ritrovare una tale potenza evocativa tra le pagine di un albo fuori serie di questa collana. 



Una delle cinque versioni de L’Isola dei morti, tela citata nell'episodio dipinta dal pittore simbolista Arnold Böcklin.

Insomma, uno dei Color Fest migliori tra quelli della "new wave", che non manca di sottolineare l'anima più sperimentale della serie senza dimenticare l'esigenza primaria, ovvero narrare buone storie che meritino d'esser lette.

Il sommo audace


*Citazione a sua volta ripresa, come molti ricorderanno, dal film Ghostbusters del 1984.


DYLAN DOG COLOR FEST #24
Data di pubblicazione: Febbraio 2018
Editore: Sergio Bonelli Editore
Copertina: Werther Dell'Edera

CREDITS

Di mostri, incubi e ragazze
Soggetto, sceneggiatura, disegni e colori: Alessandro Baggi

Spazio sotto sfratto
Soggetto e sceneggiatura: Dennis Casale
Disegni: Gianluca Acciarino
Colori: Andres Mossa

L’isola dei morti
Soggetto e sceneggiatura: Michele Monteleone
Disegni e colori: Giulio Rincione



Tutte le immagini : © 2018 Sergio Bonelli Editore.


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